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Psicologa

Micaela Fratus

Che cosa vuol dire cambiare

Quante volte ci è capito di voler cambiare? Smettere di fumare, perdere qualche chilo, modificare le nostre abitudini poco salutari, abbandonare atteggiamenti che ci fanno soffrire. Nella maggior parte dei casi ci siamo imbattuti in una serie di difficoltà e di ostacoli che ci hanno reso questo processo molto lungo e dispendioso o addirittura ci hanno fatto desistere. Come mai è così difficile cambiare? Che cosa ci impedisce di farlo? E’ facile dire voglio cambiare, ma cosa devo fare concretamente perché ciò avvenga? Qualcuno mi può aiutare a cambiare?

Un aspetto fondamentale, quasi una condizione sine qua non, per poter raggiungere i risultati sperati, è la nostra motivazione e la nostra attitudine al cambiamento. Il cambiamento è possibile solamente nel momento in cui ci assumiamo al 100% la responsabilità di poter cambiare, quando ci convinciamo che siamo i soli protagonisti che possano guidare e condurre questo processo.

Per questo motivo è importante sapere (o almeno rifletterci) in che fase della motivazione al cambiamento ci troviamo, soprattutto quando siamo all'inizio del nostro cammino verso l’obiettivo. Sarà più facile in questo modo capire in quale direzione dobbiamo andare, su cosa dobbiamo focalizzarci e quali sono i fattori che ci remano contro.



Come si può vedere dall'immagine, le fasi del cambiamento sono 6 e ognuna indica la posizione in cui ci troviamo rispetto all'obiettivo. C’è una fase di precontemplazione in cui non siamo nemmeno consapevoli di dover cambiare. L’idea di poter modificare un nostro comportamento, un nostro atteggiamento o un aspetto della nostra vita, non è nemmeno stata presa in considerazione. Spesso ci chiedono di cambiare dall'esterno, ma se non ne siamo convinti noi, allora non si può parlare di cambiamento. Nella seconda fase, definita contemplazione, ci siamo accorti che vorremmo cambiare, ma la strada ci risulta ancora molto lunga, non sappiamo bene come fare e ci chiediamo addirittura se possiamo farlo. Siamo pieni di dubbi, di incertezze e di domande senza risposta. Un aspetto molto importante di questa fase è quello di comprendere che per poter cambiare dobbiamo assumere un ruolo attivo, cioè dobbiamo caricarci sulle spalle tutto quello che ci serve e iniziare a camminare. Niente responsabilità, niente cambiamento. La fase di azione è la fase viva del cambiamento. E’ qui che mettiamo all'opera tutte le nostre conoscenze, i nostri strumenti e la nostra volontà per costruire piani, strategie e micro obiettivi da raggiungere. Di volta in volta valutiamo i nostri successi e i nostri fallimenti, ci riarmiamo e procediamo verso la vittoria. Nei migliori dei casi, ma non senza ferite e fatica, raggiungiamo l’obiettivo prefissato ed entriamo di conseguenza nella fase di mantenimento in cui il nostro obiettivo dovrà essere quello di esercitarci per prolungare nel tempo il cambiamento. Ma anche a questo punto le difficoltà non sono finite: non sempre riusciamo a mantenere il cambiamento: situazioni stressanti, difficoltà esterne e interne possono condurci a una ricaduta dalla quale ci sembra di dover ricominciare da capo, una sorta di “torna indietro senza passare dal via” (oltre al danno anche la beffa per la fatica fatta). Qui però è importante rendersi conto che gli sforzi fatti non sono stati vani per diversi motivi:

  • Il cambiamento è stato raggiunto in passato, quindi è possibile

  • Ora so più chiaramente cosa devo fare per raggiungere l’obiettivo perché l’ho già fatto

  • Alla luce di quello che è successo posso migliorare il mio piano e ottenere un risultato migliore.

Non si torna mai al punto di partenza.

E’ bene notare che in questo processo intenso e altalenante entrano in gioco anche tantissime emozioni che hanno un peso specifico rilevante sul nostro cammino verso il cambiamento. Momenti di ottimismo ingiustificato, di pessimismo nero e di realismo fanno parte del gioco, sono il prezzo da pagare per il nostro benessere.

Se non siamo disposti a tutto questo non ci resta che imparare a convivere e ad accettare quello che siamo, fermi e statici nelle nostre posizioni.


Che cosa può fare lo psicologo? Preso atto che il cambiamento è un processo che richiede una partecipazione attiva da parte del diretto interessato, lo psicologo può offrire il proprio aiuto professionale in ogni fase sopra descritta, per sostenere la persona e per condurla nella giusta direzione. In questo modo può aiutarti ad analizzare la situazione personale e cogliere il livello di motivazione presente; può intervenire direttamente per aumentare la motivazione qualora fosse necessario e aiutarti a mantenerla alta per tutto il percorso. In fasi più avanzate può fornire strumenti per aiutarti a costruire i piani e le strategie da utilizzare, può spronarti ad avere un punto di vista critico e realistico sulle possibilità, sui successi e sui fallimenti. Non meno importante, può fornirti sostegno emotivo.

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Psicologa Psicoterapeuta
Micaela Fratus

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