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Psicologa

Micaela Fratus

La depressione post-partum nei padri


Una mole considerevole di ricerche cliniche ed empiriche si è occupata di indagare e sviluppare trattamenti ed interventi rivolti ai disturbi psicologici che possono colpire la maternità nel periodo conseguente al parto. E’ bene sottolineare come anche i padri possano andare incontro a psicopatologie della genitorialità come la depressione maggiore, la psicosi della paternità, la depressione ed acting. A confronto, però, i tentativi di studiare la condizione psicologica dell’uomo nella transizione alla paternità, si presentano rari e lacunosi. Le ragioni che possono spiegare tale differenza nella quantità e qualità degli studi sono da rintracciare nella scarsa disponibilità dei padri a partecipare alle ricerche, nella minore incidenza del disturbo depressivo nella popolazione maschile, nella carente disponibilità di metodi d’indagine validi e attendibili che tengano conto delle differenze di genere, nei fattori socioculturali che portano a trascurare il coinvolgimento del padre nel periodo perinatale (Baldoni, F., & Ceccarelli, L. 2010). Infatti, la nostra società fino a tempi recenti ha associato il ruolo paterno prevalentemente alla figura di sostentamento, di supporto economico e in parte disciplinare all'interno del nucleo familiare. La relazione padre-figlio veniva rappresentata come un rapporto “in divenire”, da prendere in considerazione successivamente; la donna, dotata di ciò che viene definito “istinto materno”, deteneva il ruolo attivo nell'accudimento e soddisfacimento dei bisogni primari e affettivi dei figli. Nella società odierna, invece, in risposta al progressivo aumento di separazioni e divorzi, e al maggiore scambio di ruoli tra uomo e donna sia all'interno del mercato del lavoro che tra le mura domestiche, la paternità ha visto incrementare la sua importanza, connessa al diffondersi del concetto di “triade familiare” come necessità imprescindibile per un sano sviluppo psico-fisico del bambino e per una buona relazione affettiva familiare reciproca (Caponeri, D. P.).

La Depressione Perinatale Paterna (DPP) è la traduzione del neologismo francese “Depression Périnatale Paternelle” coniato in ambito psicoanalitico. Colpisce il 5-10% dei padri e risulta associata con un incremento del rischio da parte dei bambini di sviluppare difficoltà di tipo cognitivo, emotivo e comportamentale. Essa deve essere distinta dalla “Sindrome della Couvade” che può colpire i padri durante la gravidanza ed è caratterizzata da sintomi somatici (nausea, gonfiore o dolore addominale) e comportamenti femminili tipici della gravidanza che non assumono un vero significato psicopatologico. I sintomi della depressione paterna, anche se possono presentare la stessa durata, si differenziano da quelli caratterizzanti la DPM: sono talvolta meno definiti, coinvolgono meno disturbi e manifestano alterazioni affettive più lievi. La sintomatologia ricorrente comprende: irrequietezza, tristezza, malinconia, impotenza, disperazione, sconforto, umore depresso, perdita d’interessi, preoccupazione costante, calo della libido, insonnia. Spesso la DPP si palesa attraverso manifestazioni somatiche atipiche anche gravi quali ansia elevata, crisi di rabbia, ipocondria, sintomi funzionali o somatizzazione e acting out comportamentali (fughe, comportamenti violenti, attività fisica o sessuale compulsive, relazioni extraconiugali, disturbi del comportamento alimentare, alcolismo o altri disturbi di dipendenza). È fondamentale, però, tener presente che la maggior parte delle ricerche che si sono occupate di valutare le alterazioni affettive prodotte dalla depressione perinatale nei padri, hanno impiegato questionari self-report che non tengono conto delle differenze di genere e possono presentare problematiche di validità e attendibilità, evidenziando nell'uomo sofferenze minori rispetto alla donna (Ballard, C., & Davies, R. 1996).


Fattori di rischio e conseguenze

Durante il periodo post-natale è stato dimostrato che la DPP produce effetti negativi sulle capacità genitoriali, sull'abilità di stabilire una relazione di attaccamento con il bambino e sulla relazione di coppia. Quest’ultima pertanto si configura come un fattore di rischio non solo per la DPM, ma anche per quella paterna: nelle ricerche è emerso che la presenza di un basso livello di soddisfazione di coppia e del consenso e della coesione coniugale, connessi ad alti livelli di stress perinatale, rappresentano fattori predisponenti la DPP.

Per quanto riguarda i fattori psicosociali correlati a presenza di sintomatologia depressiva paterna rintracciamo:

  • Età giovane o molto avanzata;

  • Basso livello d’istruzione, scarso reddito, preoccupazioni finanziarie e disoccupazione.


Inoltre la depressione materna e la presenza di disturbi mentali nella madre sono stati identificati come due tra i maggiori fattori predisponenti della DPP.

Altro aspetto rilevante è il concetto di “autoefficacia”: percepirsi come un genitore inutile, inadeguato, incapace e poco efficace nel prendersi cura del proprio figlio, rappresenta un fattore di rischio.

Infine gli studi più recenti e attualmente disponibili sulla DPP hanno messo in evidenza diversi altri fattori di rischio oltre quelli psicosociali e relazionali; fra questi sono da evidenziare:

  • alti livelli di percezione dello stress (essa è correlata al temperamento del neonato: bambini impegnativi, molto richiedenti, che piangono, dormono e si alimentano con problematicità, produrranno livelli più elevati di stress e questo aspetto risulta più critico per i padri rispetto alle madri);

  • caratteristiche di personalità (alcune ricerche hanno evidenziato nei padri con DPP la presenza di tratti depressivi ansiosi, di un elevato grado di nevroticismo e un basso livello di estroversione);

  • fattori socio-familiari (qualità della relazione con i propri genitori durante l’infanzia, gravidanza indesiderata, discrepanza tra aspettative durante la gravidanza e l’esperienza di genitore dopo il parto, appartenenza ad una famiglia ricomposta).

Stranamente non è stata riscontrata una correlazione significativa tra la storia psichiatrica precedente del padre e lo sviluppo di DPP.


Tratto da "La depressione Perinatale e il suo sviluppo nei padri: stato attuale, differenze con la depressione materna e possibili direzioni future", State of mind, Ottobre 2017.

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Psicologa Psicoterapeuta
Micaela Fratus

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