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Psicologa

Micaela Fratus

Emozioni: queste eterne sconosciute

Le emozioni sono quelle sensazioni che colorano in ogni istante il nostro vissuto e le nostre esperienze, rendendole indimenticabili sia da un punto di vista positivo che da un punto di vista negativo. Vi è mai capitato di sentire le farfalle nello stomaco? Di essere tanto arrabbiati da credere di scoppiare? Di saltare per la gioia o chiudersi in se stessi per la vergogna? Battisti canterebbe “Tu chiamale se vuoi emozioni…”.

Caratterizzano e guidano i nostri comportamenti, modificano i nostri pensieri e le nostre decisioni, producono delle sensazioni fisiche ben percepibili, in poche parole ci condizionano. Pensate a un bambino che alza gli occhi e invece di vedere la sua mamma si trova affianco un perfetto sconosciuto. Se proverà un’emozione spiacevole, anche se non sa ancora dargli un nome, d’istinto tenderà a ritrarsi da quella persona e cercare la mamma con lo sguardo; se invece proverà un’emozione piacevole tenderà le braccia e sorriderà.

Sebbene siano importanti e molto presenti, non è così semplice identificarle, capire che cosa stiamo provando noi e quello che stanno provando gli altri. Si parla infatti di intelligenza emotiva come di quella capacità che ci permette di comprendere, regolare, ascoltare ed esprimere sia le emozioni che proviamo che riconoscere, comprendere e ascoltare le emozioni degli altri in modo da sintonizzarci sul loro canale emotivo.

Avere questa qualità ci permette di percepire uno stato di benessere psicologico migliore rispetto a chi con le emozioni fa molta confusione. Studi scientifici hanno dimostrato che le persone competenti da un punto di vista emotivo riescono a gestire meglio le situazioni stressanti, diminuendo l’impatto che questo può avere sul nostro corpo (minori rischi di patologie cardiovascolari e gastrointestinali). Saper regolare le proprie emozioni, inoltre, diminuisce il consumo di fumo, alcool e droghe.

Ma quali sono queste emozioni? Gli studiosi sono giunti a credere che esistano sei emozioni di base, che sono innate, cioè che non le abbiamo imparate, ma erano già scritte nel nostro patrimonio genetico, e che sono simili in tutte le culture del mondo. Stiamo parlando di gioia, rabbia, tristezza, paura, disgusto e sorpresa.

Cercando di "ridurre all'osso" ogni singola emozioni possiamo dire che proviamo gioia quando riteniamo che i nostri scopi sono stati raggiunti e ci sentiamo bene; montiamo di rabbia quando abbiamo la sensazione di aver subito un’ingiustizia, ci sentiamo trascinati dalla tristezza quando abbiamo subito una perdita reale o immaginaria, siamo catturati dalla paura quando il nostro corpo avverte un pericolo imminente e reale davanti a noi; siamo irrigiditi dal disgusto quando c’è qualcosa che non ci piace o che valutiamo come nocivo; siamo colti di sorpresa quando qualcosa di inaspettato ci viene incontro.

Come ben avete sperimentato sulla vostra pelle, le esperienze emotive non si possono ridurre a questi sei grandi contenitori, ma sono più articolate, meno definite e fortemente influenzate dal vissuto personale e dalla cultura di appartenenza. L’uomo infatti ha la fortuna di provare una costellazione di emozioni culturalmente riconosciute che nascono dalle sei emozioni di base, ma che si sviluppano poi in altre direzioni. Si sta parlando di emozioni definite come l’ansia, l’allegria, l’invidia, la vergogna, la speranza, il perdono, la gelosia e di miriadi di colorazioni diverse che possono descrivere uno stato emotivo (provate a pensare quante sfumature di gioia si possono provare quando ci succede qualcosa di positivo: felicità, allegria, ilarità, serenità, giovialità e così via). E’ interessante notare come culture molto differenti dalle nostre hanno nomi per identificare delle emozioni che corrispondono a un particolare vissuto, che non hanno un preciso riferimento nella nostra “lingua emotiva”.

Abbiamo capito che le emozioni sono qualcosa di prezioso che merita di essere compreso e che può aiutarci a vivere meglio con noi stessi e con gli altri.

Ci resta solo da capire come mai persone diverse, immerse nella stessa situazione, possono provare delle emozioni differenti. Proviamo a capirci meglio: Luca e Maria si trovano alla stazione ed entrambi si sono accorti che il treno è in ritardo di 20 minuti. Luca è in ansia: ha un colloquio di lavoro e pensa che se arriverà tardi sarà considerato una persona inaffidabile, proprio una brutta presentazione. Maria è arrabbiata: non è possibile che i treni siano sempre in ritardo e che deve sempre pagare per un servizio che non funziona come dovrebbe. Come mai provano due cose diverse nella stessa situazione? Le emozioni che proviamo sono fortemente guidate dal tipo di valutazione cognitiva, cioè dal pensiero che ci passa per la testa quando ci troviamo in una data situazione. E’ bene sottolineare come non si esaurisce tutto qua: le emozioni che proviamo possono essere la prova concreta delle valutazioni che abbiamo fatto. Facciamo un esempio: se provo ansia perché ritengo di poter star male in uno spazio affollato allora i sintomi fisici che percepisco, generati da quel pensiero, diventano la prova stessa che ho ragione e che starò male.


Cosa può fare lo psicologo? Lo psicologo lavora con le emozioni. Può aiutarti a comprenderle e a identificarle. Nel momento in cui generano confusione e disagio, può aiutarti a trovarne un significato, una loro collocazione all'interno del vissuto personale e a regolarle. Può offrire una vasta gamma di strumenti teorici e pratici per vivere in maniera più armoniosa le proprie emozioni e migliorare lo stato di benessere. Può aiutarti a incrementare le capacità di gestione emotiva e le competenze affettivo-relazionali.

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Psicologa Psicoterapeuta
Micaela Fratus

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