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Psicologa

Micaela Fratus

Perché ho così tanta paura di sbagliare?


Quante volte ci capita di non fare qualcosa per la paura di sbagliare oppure di controllare cento volte ciò che abbiamo terminato per essere certi di non aver commesso nessun errore (che poi quelle cento volte non bastano mai, ce ne vorrebbe sempre una in più).

L’eventualità di sbagliare è una preoccupazione presente in tutto il genere umano e, nella sua parte funzionale, ci aiuta a mantenere alta la nostra concentrazione e la nostra attenzione al fine di portare a termine quello che stiamo facendo; alimenta il nostro impegno e incentiva la nostra perseveranza.

Ma come mai delle volte questa paura diventa così forte da bloccarci?

La paura di sbagliare diventa inaffrontabile nel momento in cui crediamo che uno sbaglio possa in qualche modo determinare in modo negativo l’immagine che abbiamo di noi stessi, anche agli occhi degli altri. E’ come se un errore avesse la capacità di macchiare la nostra identità e di rovinarla per sempre. E’ per questo motivo che sbagliare diventa così inaccettabile. Al timore di sbagliare si aggiunge poi la paura di un giudizio negativo da parte degli altri che potrebbero valutare il nostro errore come qualcosa di imperdonabile. Le emozioni che si legano a queste credenze sono senza dubbio l’ansia (l’ansia quando affrontiamo una performance scolastica e lavorativa; l’ansia quando dobbiamo scegliere che strada prendere per il nostro futuro e così via) e il senso di colpa quando ormai siamo convinti che non sia più possibile rimediare a quello che “abbiamo combinato”.

Quali sono le strategie che ci aiutano a evitare l’errore?

Se partiamo dal presupposto che l’errore è sempre dietro l’angolo e che se ci inciampiamo sopra il prezzo da pagare è enorme, saremo portati a valutare e tenere sotto controllo tutte quelle variabili che potrebbero indurci in fallo. Ma la percezione di controllo è solamente apparente perché non saremo mai in grado di tenere a bada tutte le possibili condizioni interne ed esterne (cioè che non dipendono da noi) che intervengono in una determina situazione. Proviamo, per esempio, a pensare a tutte quelle volte in cui ci troviamo davanti ad una scelta in cui non c’è una posizione assolutamente positiva e una assolutamente negativa oppure quando non sappiamo esattamente il valore delle conseguenze che ognuna comporta. Il risultato sarà un aumento della percezione di essere in balia degli eventi che mi possono portare a sbagliare e quindi un aumento dell’ansia. Forse l’unica soluzione che mi rimane è quella di rimandare a domani oppure evitare del tutto di fare e di scegliere… in poche parole non mi metto nemmeno in gioco: se non partecipo di certo non c’è nemmeno il rischio di sbagliare. Anche in questo caso si tratta di un sollievo del tutto apparente. Il non fare non mi allontana solamente dalle esperienze negative, ma anche dalle possibili esperienze positive e blocca del tutto la possibilità di cambiamento. Il risultato sarà l’impressione di vivere un presente mediocre e di non avere particolari aspettative per il futuro.

E allora cosa devo fare?

Ma non c’era qualche filosofo latino che diceva che “errare humanum est”? Non era un filosofo, ma un santo, per la precisione Sant'Agostino che forse aveva già capito che sbagliare è, ahimè, inevitabile.

Ma come possiamo pensare che sbagliare non è così insopportabile come ci sembra?

Innanzitutto dobbiamo pensare che sbagliare non equivale a fallire. Alcuni errori sono contemplabili anche all'interno di un percorso che ci porta al successo. Un errore potrebbe rappresentare la spinta per una nuova valutazione e una maggior consapevolezza dei nostri limiti e delle possibilità di modificarli.

Tra l’altro, c’è una grande differenza tra l’idea di aver avuto un comportamento sbagliato piuttosto che pensare che quelli sbagliati siamo noi. Ce la sentiamo di dire che un bambino è un ladro cattivo se lo sorprendiamo una volta a rubare una caramella? Forse, se gli diciamo che rubare è un comportamento sbagliato potrebbe rimediare al suo errore e non farlo più.

Dobbiamo aggiungere che affrontare le cose, anche se non con un esito totalmente positivo, ci fa sentire meglio che non farle proprio. Avete presente quella soddisfazione che percepiamo quando abbiamo fatto qualcosa che pensavano di non poter o non saper fare? Forse non importa tanto del come, ma quello che conta è di averlo fatto.


Cosa può fare lo psicologo? A volte non è così semplice e immediato accantonare l’idea che sbagliare è una cosa così inaccettabile e spesso le emozioni che accompagnano questa riflessione sono molto forti e fastidiose. Lo psicologo potrebbe aiutarti a comprendere come mai, all'interno della tua storia di vita, l’idea di sbagliare ha raggiunto un valore negativo così alto, potrebbe aiutarti a capire come questo timore interferisca con la vita di tutti i giorni e potrebbe permetterti di rivalutare i tuoi pensieri e le tue strategie per renderti più competente ed equipaggiato di fronte a questa tua fragilità.

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Psicologa Psicoterapeuta
Micaela Fratus

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