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Psicologa

Micaela Fratus

Comunicare in modo assertivo

Che la comunicazione sia uno strumento imprescindibile del genere umano non serve uno psicologo per dirlo. E’ chiaro a tutti come comunichiamo fin da quando siamo ancora “incapaci di intendere e volere”. Anche se spesso siamo portati ad associare direttamente il termine “comunicare” con il termine “parlare”, la comunicazione è un intenzionale atto di interazione con l’altro al fine di trasmettere un messaggio attraverso una vasta possibilità di canali. Detto in altre parole, la comunicazione ha lo scopo di inviare un messaggio all'altro in un modo che conosciamo e che ci è consentito utilizzare in quel dato momento. Un neonato comunica attraverso il pianto e l’espressione facciale; un sordomuto utilizza una serie molto sofisticata di gesti; uno scrittore ci parla attraverso la scrittura; un adolescente attraverso la musica, le immagini, i video e così via. Anche quando, parlando di comunicazione, ci viene in mente l’immagine di due o più persone che parlano tra di loro, in realtà il messaggio non si esaurisce alle singole parole che collegano la bocca del mittente alle orecchie del ricevente. Altri sono i livelli che si attivano e che vengono messi in campo per arricchire il messaggio. Si tratta di canali che attiviamo quotidianamente a volte senza accorgercene, ma se prestiamo attenzione anche ad una sola volta in cui scambiamo quattro chiacchiere con qualcuno ci rendiamo conto che:

  • le nostre parole sono spesso accompagnate da gesti (alcuni sono così convenzionali che hanno assunto un significato specifico anche senza l’uso della parola, come il gesto del telefono fatto con le dita, l’invito a bere un caffè portandosi una finta tazzina alla bocca fino all'indimenticabile “gesto dell’ombrello”)

  • le nostre parole sono colorate dal tono di voce, dalla velocità, dal ritmo e dal timbro del volume (la frase “sei un disastro” detta in tono scherzoso e dolce ha un significato ben diverso dalla stessa frase detta con voce alta e con tono arrabbiato. Allo stesso modo possiamo capire l’intenzionalità del messaggio anche quando parliamo con una persona al telefono e non la vediamo “dal vivo”)

  • le nostre parole sono accompagnate da un’espressione facciale più o meno controllata (quante volte ci è capitato di sentire che la nostra faccia parla più di mille parole?)

  • le nostre parole si portano dietro tutto il nostro corpo (la nostra postura e il nostro modo di stare davanti agli altri accompagna la comunicazione verbale. Non ho mai visto una mamma che chiede al bambino di abbracciarla mentre ha le braccia conserte e il peso del corpo spostato all'indietro).

Come tutte le capacità umane che quasi sorprendentemente si allineano perfettamente e funzionano interagendo tra loro, delle volte fanno cilecca e questi canali sopra descritti (sia verbali che non verbali) si mettono a trasmettere dei messaggi in contrasto tra loro.

Presa coscienza della complessità di una facoltà che utilizziamo in maniera consistente tutti i giorni della nostra vita, forse vale la pena chiedersi come possiamo comunicare in maniera efficace. Ciò consiste nel trovare e utilizzare il miglior modo possibile per raggiungere lo scopo comunicativo che ci eravamo prefissati. Per questo motivo, dobbiamo parlare di assertività, cioè la capacità di far valere i propri diritti rispettando quelli degli altri attraverso una comunicazione chiara, diretta, coerente, completa sia sul piano verbale che su quello non verbale (Sanavio, 1998). Una comunicazione assertiva ci permette di esprimere onestamente i nostri bisogni, i nostri desideri, le nostre emozioni e in nostri sentimenti in modo adeguato e consono alla situazione, senza provare sentimenti negativi come l’imbarazzo o il senso di colpa.

Gli studiosi hanno evidenziato 3 stili comunicativi tipici dell’essere umano:

  • stile passivo - è utilizzato da coloro che tendono a considerare maggiormente i bisogni dell’altro a discapito dei propri. Il soggetto non riesce a fare richieste, ha difficoltà a rifiutare le proposte (a dire di no), fatica a esprimere i propri bisogni, le proprie emozioni e le proprie opinioni e a prendere decisioni

  • stile assertivo - è utilizzato da coloro che considerano il rapporto tra i propri bisogni e quelli altrui in modo equilibrato. Riescono ad esprimere liberamente bisogni, emozioni e opinioni, ascoltano il punto di vista altrui e cercano di immedesimarsi nell'altro; quando si verificano dei problemi sono orientati alla ricerca della soluzione più che all'individuazione di un colpevole

  • stile aggressivo - è utilizzato da coloro che danno più importanza ai propri bisogni rispetto a quelli altrui. Tendono ad affermare se stessi con arroganza e prepotenza, hanno difficoltà ad ascoltare gli altri, a mettersi nei loro panni e cercare di capire il loro punto di vista, ritengono che solamente i bisogni, le emozioni e le opinioni proprie sono da tenere in considerazione.

Proviamo con un piccolo gioco: che stile comunicativo hanno i seguenti soggetti all'interno della stessa situazione?


Situazione: Hai invitato per la serata alcuni amici. Ordini delle pizze e aspetti che arrivino. Con il passare del tempo inizi a perdere la pazienza perché i tuoi amici sono in ritardo di oltre di un’ora. Quando arrivano dici:

  • soggetto A: “Dove diavolo siete finiti, la pizza ora è fredda e la birra calda…che schifo!”.

  • soggetto B: “Oh, ciao…finalmente, venite, non importa, non stavo facendo nulla di importante. Entrate dai…”

  • soggetto C: “Cosa è successo? State bene? Ero stufa di aspettarvi. Se dovesse succedere di nuovo vorrei che mi avvisaste. Dai, vediamo se le pizze sono ancora commestibili”.

Cercare di capire che stile hanno adottato i tre soggetti potrebbe essere abbastanza intuibile, ma voi che cosa avreste detto? Che tipo di stile comunicativo utilizzate di solito? Quali sono le conseguenze del modo in cui vi ponete nei confronti degli altri? Potreste utilizzare un modo differente e più funzionale per esprimere i vostri bisogni, le vostre emozioni e le vostre opinioni?


Cosa può fare lo psicologo? Una figura specializzata potrebbe aiutarvi a capire che tipo di stile comunicativo utilizzate e quali sono le motivazioni che vi spingono ad affidarvi a quello. Vi aiuterebbe a identificare le conseguenze legate al modo con cui vi esprimete e le emozioni che fa sorgere in voi. Potrebbe accendere la riflessione su come abitualmente vi ponete nei confronti dell'altro nei diversi contesti di vita. Potrebbe aiutarvi a trovare un modo efficace di esprimervi a seconda dei contesti e delle persone con cui avete a che fare.

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Psicologa Psicoterapeuta
Micaela Fratus

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